INDUMENTI DI PROTEZIONE

(dal Libro: La tanatoprassi. Manuale descrittivo della pratica di tanatoprassi secondo la tradizione francese. PIERRE LARRIBE a cura di Laura Rovina)

INDUMENTI DI PROTEZIONE

I rischi specifici del tanatoprattore

ll tanatoprattore è esposto a numerosi rischi nell’ambito della sua attività professionale.
Il rischio più importante è un rischio biologico a causa del frequente contattocon i fluidi organici (sangue, feci, pus, perdite varie) e, quindi, con germi più o meno patogeni. ll cadavere, inoltre, è esso stesso un terreno adatto alla proliferazione dei germi. Considerare sempre ogni salma come potenzialmente patogena, è preferibile sopravvalutare il rischio di contagio che sottovalutarlo.

Esiste anche un rischio chimico legato alla manipolazione dei prodotti tossici utilizzati per la composizione dei fluidi di conservazione. ll rischio chimico più importante è un rischio corrosivo tenuto conto della concentrazione iniziale dei liquidi in formaldeide (e in fenolo per il fluido di cavità). E’ importante, per il tanatoprattore, manipolare queste sostanze con molta attenzione, proteggendo la pelle da eventuali contatti diretti con questi prodotti. L’utilizzo sistematico dei guanti è una misura senza dubbio adatta.

Esiste anche un rischio d’irritazione delle vie respiratorie e degli occhi a causa dei vapori che sono prodotti da queste sostanze. Anche in questo caso sarà necessario adottare una precauzione nel maneggiarle. ll tanatoprattore dovrà evitare di scuotere i flaconi prima di aprirli, e farà in modo di richiuderli dopo averli utilizzati, inoltre cercherà di lavorare in ambienti sufficientemente areati.

ll tanatoprattore sarà ugualmente esposto a dei rischi d’incidenti dovuti all’utilizzo di strumenti appuntiti o taglienti (aghi, bisturi, forbici, “tubo di aspiro”), dovrà, anche in questo caso, essere prudente per quanto riguarda la manipolazione di questi strumenti, ed in particolare, quando li rimette al loro posto. ll tanatoprattore dovrà provvedere a predisporre una sistemazione separata di questi strumenti.

Indumenti di protezione

La tenuta di protezione del tanatoprattore comprende molteplici pezzi:
II camice: protegge il tanatoprattore ed i suoi abiti dal contatto con il cadavere e le sue impurità. Dovrà essere il più coprente possibile (il camice utilizzato dai chirurghi è il modello più adatto), con delle maniche lunghe e, se possibile, con i polsini stretti in modo che possano essere messi sotto i guanti.

Può essere in tessuto, riutilizzabile dopo lavaggio disinfezione, o fibre non-tessuto, monouso.
Un grembiule di plastica: usa e getta, può essere utilizzato per proteggere il camice (soprattutto quelli in tessuto) Questo evita che il camice sia bagnato imbevuto di liquidi (sangue, acqua o altre sostanze) E particolarmente raccomandato al momento di prendersi cura di un corpo che ha subito autopsie o degli incidenti poiché il rischio di fuoriuscita di liquidi e di fluidi questi casi, più frequente.

I guanti: assolutamente indispensabili, sono in lattice fine, usa e getta il tanatoprattore avrà spesso interesse a mettere 2 paia di guanti in modo da limitare i rischi: se i primi guanti si rompono, i secondi possono proteggere le mani. E’ una buona abitudine cambiarli spesso. ll tanatoprattore può anche utilizzare dei guanti più spessi in particolare quando si occupa di corpi che hanno subito autopsie o incidenti.
E’ consigliato anche di utilizzare dei guanti anti-taglio, questi sono dei guanti fatti con delle fibre capaci di resistere ai tagli. Attenzione, però, questo tipo di guanti non rappresentano una barriera impenetrabile e necessitano di essere utilizzati sotto un paio di guanti in lattice.

La mascherina: è una mascherina di tipo chirurgico, in carta o tessuto: Questa maschera è utile per proteggere il tanatoprattore contro l’inalazione dei germi sospesi nell’aria. Al momento della manipolazione del corpo, facendo pressione sulla cassa toracica l’aria contenuta nel cadavere è di conseguenza espulsa può diffondere nell’ambiente dei germi che potrebbero essere inalati dal tanatoprattore.

Gli occhiali:  sono degli occhiali protettivi, in plastica, leggeri, con una forma che sia il più coprente possibile. Servono a proteggere gli occhi del tanatoprattore dal rischio di schizzi di liquidi, che possono essere o le sostanze utilizzate tanatoprassi o i fluidi corporei usciti dal cadavere

I coprimaniche (o manichette): sono delle maniche di plastica, strette estremità da degli elastici, che si infilano negli avambracci sopra le maniche del camice. Proteggono le maniche del camice evitando che siano bagnate o sporcate dai liquidi (sangue, acqua o sostanze varie).

I copri-scarpe: sono usa e getta, in materiale non-tessuto, nei quali si infilano le scarpe in modo da proteggerle. I copri-scarpe, inoltre, evitano che le suole siano in contatto diretto con il pavimento della stanza  in cui lavora il  tanatoprattore, e quindi impediscono che siano contaminate da germi o materieche si trovano sul pavimento.

II cappello (o “bustina”): è un accessorio usa e getta destinato a coprire i capelli in modo da evitare che siano contaminati dai germi presenti nell’aria o dallo schizzo di liquidi. Questo permette anche di poter portare i capelli lunghi, evitando che si trovino in contatto con il cadavere al momento della manipolazione da parte del tanatoprattore.

La combinazione di protezioni: esistono delle combinazioni usa e getta, che ricoprono completamente il corpo del tanatoprattore ad eccezione del viso e delle mani. Questa combinazione può rimpiazzare il camice, il copri-scarpe e il cappello. Deve essere completata dai guanti, da una mascherina e dagli occhiali protettivi, ed eventualmente, dal grembiule monouso.

Igiene personale
ll tanatoprattore curerà una buona igiene personale, in  particolare per le mani, che non esiterà a lavare spesso con acqua e sapone. E’ da ricordare che un buon modo per lavarsi correttamente le mani consiste, dopo aver inumidito le mani, di strofinarle con il sapone per un minuto buono. Non si dimenticherà di spazzolarsi le unghie, soprattutto se lunghe. Le mani sono quindi asciugate di preferenza con un asciugamano di carta, usa e getta. Va da se  che una presentazione pulita e curata è importante per il tanatoprattore, se vuole prendersi cura dei defunti, deve prima di tutto saper prendersi cura di sé.

Manutenzione dei locali dove il tanatoprattore è chiamato a lavorare:
Al momento in cui il tanatoprattore interviene in una sala tecnica d’una camera funeraria o di una camera mortuaria, deve per prima cosa rispettare i regolamenti interni della struttura.

Dovrà ugualmente sistemare e lavare il materiale che è messo e sua disposizione: il tavolo per l’autopsia, l’acquaio, i piani di lavoro e il pavimento.

Se autorizzato lascerà i rifiuti speciali nei recipienti adatti, altrimenti, li porterà con lui e si prenderà carico del trattamento per il loro smaltimento.

Le misure d’igiene a domicilio
Al momento di prendersi cura di un corpo presso il domicilio, il tanatoprattore dovrà avere un’attenzione particolare su determinati punti. Prenderà quindi tutte le misure necessarie per proteggere il luogo dove lavora (traversa sul letto, fatta scivolare sotto ii corpo del defunto, proteggere il suolo ed i mobili dove poggia i suoi strumenti). Controllerà che il luogo dove lavora sia sufficientemente ventilato al momento dell’operazione. Ben inteso, rimetterà a posto ciò che sposta, e rimetterà in ordine le lenzuola, o le cambierà, se necessario.